Banda Musicale L'Esina


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Info Moie

Moie è una frazione del comune di Maiolati Spontini, situata nella zona definita Vallesina, essendo attraversata dal fiume Esino, nella provincia di Ancona.

Centro contiguo ai centri Stazione del comune di Castelbellino e Pozzetto del comune di Castelplanio. La frazione è attraversata dal fiume Esino per tutta la sua lunghezza. È separata a nord dal comune di Montecarotto da una collina, definita dagli abitanti Monte Taddé, mentre a nord-est confina con la frazione Pozzetto del suddetto comune. Ad ovest confina con la frazione di Scorcelletti, sempre del comune di Maiolati Spontini. A sud-ovest confina (avendo in comune la strada principale con essa) con la frazione Stazione del comune di Castelbellino, comune con cui confina per tutto il lato sud del paese, tranne che per la strada che congiunge il comune stesso (Maiolati) alla frazione (definita dagli abitanti strada Boccolina, a causa della sua pendenza e del grande numero di curve difficili che la caratterizzano in pericolosità). Infine ad ovest confina con il comune di Castelplanio.

Storia

L'Abbazia benedettina e il Castello di Moie

Nei secoli a ridosso del anno Mille sorsero e si svilupparono le prime abbazie benedettine nella Vallesina; i monaci immessi dalla Santa Sede bonificarono infatti la ricca vallata.

La prima memoria storica dell'Abbazia di Santa Maria delle Moie (Santa Maria Plani Mollearum) si ha nel 1201, quando il suo abate Guido di Simone è indicato presente quale testimone all'atto di sottomissione dei Conti di Moie, dopo che Jesi ne aveva distrutto il castello, ma certamente tale abbazia esisteva già da tempo, come attesta lo splendido tempio che per i suoi caratteri architettonici e stilistici viene fatto risalire alla seconda metà del XII secolo. Già da allora essa faceva parte delle chiese che offrivano ristoro, ospizio e servizio ospedaliero (Domus Hospitales) ai viandanti e pellegrini (definiti per l'appunto Romei) che si recavano a Roma per devozione. L'Abbazia era ubicata in mezzo alla selva detta Santa, al margine della riva sinistra dell'Esino, con la tipica moja (zona paludosa), da cui il nome dell'abbazia stessa. In quel periodo, unica testimonianza dell'insediamento accentrato sulla valle a sinistra dell'Esino era il Castrum Mollearum, posto presso l'Abbazia Santa Maria, ai piedi della fascia collinare.

I Signori di Moie erano i fratelli Oradone, Tommaso e Mollario; essi non avevano ceduto pacificamente alle richieste jesine di assicurarsi il controllo della principale arteria valliva, per cui il castello era stato assalito. Il 14 luglio 1201 avvenne l'atto di pacificazione tra le due parti; in esso gli ex-signori di Moje promisero di non ricostruire il castello in cambio di una cospicua somma e di un terreno per costruire le loro residenze a Jesi, fuori dalla porta S. Martino. La distruzione del castello non segnò la fine della vita associativa nell'area di Moie: presso l'Abbazia sorse la Villa Nova de Moleis (legata, come suggerisce il nome, al processo di bonifica e disboscamento della selva circostante).

Attraverso il catasto Diocesano del XIII secolo possiamo sapere che la popolazione che gravitava intorno a Santa Maria delle Moie si attestava intorno alle 25 famiglie. L’Abbazia era, quindi, il centro di aggregazione più importante ma era anche molto potente, dato che tra i suoi beni contava circa 430 ettari di terreno quasi tutti posti nella fertile pianura dell'Esino. Le carestie e le epidemie che devastarono l'Europa nel XIV secolo non risparmiarono l'Italia e la zona dell'Esino, che si spopolò; avanzò l'incolto così da essere di nuovo menzionata la vecchia selva dell'abbazia di Moie. I beni dell'Abbazia passarono al capitolo della Cattedrale di Jesi nel XV secolo.

Solo nel XVI secolo, dopo l'affitto e la vendita delle terre pubbliche agli abitanti dei castelli, il territorio del fondovalle (che aveva gravitato prevalentemente su Jesi) entrò a far parte stabilmente delle circoscrizioni comunali di Maiolati (allora sprovvisto del secondo nome Spontini, dovuto alla nascita nel comune dell'importante compositore Gaspare Spontini) e parzialmente di quelle di Castelbellino, Monte Roberto e Castelplanio.

Il fiume Esino, che divide in due il territorio comunale, oltre a determinare lo sviluppo della vallata, determinò anche la nascita della parrocchia di Santa Maria delle Moie. Questa venne istituita il 2 agosto 1600 dal vescovo Marco Agrippa Dandino per soddisfare, infatti, la richiesta della popolazione del luogo, che spesso non poteva avere i sacramenti o assistere alle sacre funzioni per l'impossibilità di attraversare il fiume o per la distanza dai rispettivi castelli.”

Col proseguire degli anni la vallata si arricchì di mulini e di agricoltura, dalla coltura del riso (che fu poi tolta essendo causante di malattie mortali, quali malaria) a quella dei foraggi. Sino al 1800 la vallata ed i suoi mulini annessi furono di proprietà del comune di Jesi, e più in alto, dello Stato Pontificio. Nel 1801 esso passò in proprietà alla Reverenda Camera Apostolica (in pratica il Demanio Pontificio) che nel 1824 lo vendette (all'asta) al Marchese Stefano Ludovico Pallavicino, i cui discendenti continuarono a godere della proprietà sino al 1916, cioè alla nota sentenza della Magistratura italiana che dichiarò le acque fluenti e scorrenti proprietà dello Stato. Il “Vallato Pallavicino” assolveva al funzionamento dei mulini per l'agricoltura e per l'orticoltura.

Inoltre, in base al Decreto del 3 gennaio 1861, voluto con la costituzione dell'Unità d'Italia, i beni ecclesiastici dovevano far nascere una classe di coltivatori diretti, cosa che invece si sviluppò con l'acquisizione di tali beni da parte dei ceti più abbienti che a Maiolati erano rappresentati dal Marchese Domenico Pallavicino da Genova, il quale acquistò così 248 ettari (di cui 183 a Moie).

È solo con l'arrivo dei francesi in Italia tra il sette e l'ottocento che viene dato uno scossone anche ai vecchi sistemi di amministrazione dello Stato Pontificio (di cui la Vallesina faceva parte). A Moie i catasti urbani non registrano edifici oltre la chiesa e la casa parrocchiale fino al 1875, quando vengono censite la casa del Marchese Pallavicino, un edificio comunale usato come scuola e bottega e una casa cantoniera della ferrovia. Solo nel censimento del 1901 si registra l'esistenza di un agglomerato di case tali da formare una frazione o almeno una borgata. Esistono però edifici in campagna utili per riporre gli attrezzi, per ricoverare gli animali, ma anche e soprattutto per farvi abitare il colono che così poteva sorvegliare le coltivazioni. Edifici con una struttura esterna in muratura ed un primo piano sostenuto da assi di legno costituiscono il tipo di casa colonica più diffuso.

A Moie, per la mancanza di un borgo consistente fino al XX secolo, le famiglie polinucleari costituiscono oltre un terzo del totale ed il 60% della popolazione vive in esse. Per Moie il quadro della realtà sociale è dato dallo stato delle anime del 1891, secondo il quale il 40% delle famiglie ha come capofamiglia un mezzadro ed il 28% ne ha uno indicato come bracciante, giornaliero o casanolante.

Elemento trainante dello sviluppo viario dopo l'unità fu la realizzazione della ferrovia lungo tutta la Vallesina. L'inaugurazione della Roma-Ancona avvenne il 29 aprile 1866: per la prima volta il treno percorse la valle tra il mare e la Gola della Rossa. La nuova linea ferroviaria modificò profondamente il paesaggio e la sua stessa costruzione fu un avvenimento che scosse quelle quiete contrade. Vi furono anche riflessi economici innovativi: diversi lavoratori locali vi trovarono occupazione, si aprirono attività di tipo ristorativo e commerciale, si produssero anche i primi insediamenti “urbani” lungo la Strada Clementina (così chiamata tuttora sin dal 1733).

Certamente lo sviluppo di Moie è relazionato direttamente con la nascita della ferrovia, nonché con l'antica Strada Clementina, la cui importanza, contrariamente alle previsioni, non diminuì per la concorrenza del treno, ma crebbe impetuosamente nel corso del novecento con lo sviluppo dell'industria e del traffico automobilistico. Crescendo le richieste di terreno per costruire, emerse la necessità di reperimento di nuove aree edificabili e di un piano regolatore. Questo, redatto nel 1907, previde insediamenti abitativi sui terreni del Marchese Pallavicino. Dopo alcune vicissitudini prettamente burocratiche, si ebbe la nascita, intorno al 1910, del primo nucleo abitativo di Moie, tuttora esistente e chiamato popolarmente “Le Casette”.

Da lì lo sviluppo sempre costante della città: nuovi lavori, nuovi edifici (scuole, alimentari) destarono la popolazione e si ebbe così la crescita, sia a livello demografico che geografico, di Moie. La "Via dei Tesori" è una nuova pista ciclabile, progettata da cooperative moiarole e di Castelbellino, che costeggiando il fiume Esino permette di raggiungere la città di Jesi in bicicletta, per poi proseguire alla volta del mare di Senigallia, imboccando un ulteriore sentiero ciclistico. Da poco è stata anche innaugurata la nuova biblioteca eFFeMMe23, che si è spostata da un edificio al centro, presso lo stabile che ospitava l'antica fornace di laterizi. L'area intorno a questo nuovo centro culturale è stata abbellita e migliorata, con l'apertura di nuovi uffici per la società che controlla i servizi cittadini (CIS) e con il ripulimento di un boschetto adiacente che ora è diventrato un ottimo luogo per passare i pomeriggi.

La crescita fu esponenziale dopo i due dopoguerra, con la nascita di farmacie, piazze, il mercato settimanale, la nuova scuola, il cinema...man mano quella che era una valle paludosa fu ribonificata non tanto a livello naturale, quanto con l'arrivo di nuovi abitanti che tuttora porta ad una continua crescita della città.

Curiosità

* La scuola media "Gaspare Spontini" di Moie ha visto come insegnante in lettere e storia il professor Luciano Innocenzi, noto poeta marchigiano.

* Moie è il paese natale di Padre Armando Pierucci, francescano, musicista e compositore, nato il 3 settembre 1935. Dal 1988, risiede ed opera a Gerusalemme, in seno alla Custodia di Terra Santa, ed è il Maestro Organista del Santo Sepolcro.



Padre Pierucci si è diplomato in Organo, Composizione Musicale corale, Pianoforte e Canto Gregoriano al Pontificio Istituto di Musica Sacra (Roma) e nei Conservatori di Napoli e di Pesaro.
La sua attività si è snodata nelle esecuzioni organistiche, direzione di cori, composizione ed insegnamento, presso il Conservatorio di Pesaro e allo Studio Teologico Francescano di Gerusalemme ed in altri ambiti accademici, ecclesiali o privati.
Ha dato concerti in Italia, Grecia, Cipro e Terra Santa. Padre Pierucci conta fra i grandi Maestri virtuosi di Organo del nostro tempo.
Ha composto musica per organo, coro, recorder, accordeon, ottoni e pianoforte. Tra le sue numerose opere, sono da ricordare le Cantate "Via Crucis", "De Profundis", "The Burrial of Moses at Mount Nebo", "Invocazione per la Pioggia" e "La Terra dei Fioretti".
Per dieci anni, fino al 1999, Padre Pierucci ha diretto la rivista "La Terra Santa".
E' il fondatore ed il Presidente Esecutivo dell'"Istituto Magnificat" a Gerusalemme, una scuola di musica fondata nel 1995. L'Istituto Magnificat ha come vocazione di essere luogo di dialogo, di pacifica convivenza, di promozione umana e sociale, nonché luogo di orientamento e di preparazione professionale di alta qualificazione in campo concertistico e didattico. L'Istituto Magnificat è aperto ad insegnanti, studenti, personale ausiliare e fruitori musicali senza discriminazione di lingua, paese, razza o religione. Attualmente, la Scuola conta oltre 200 allievi, seguiti da circa 18 insegnanti: essi sono Israeliani, Palestinesi, Armeni, di religione Ebraica, Cristiana e Musulmana. Al Magnificat si insegna: Pianoforte, Violino, Viola, Violoncello, Organo, Canto, Chitarra, Composizione, Flauto, Percussioni, Musica Corale, Solfeggio e Storia della Musica.


Associazione L'Esina Banda Musicale Gruppo Twirling - Via Trento snc 60030 Moie (Ancona) - Tel. 3498505754 - 3483631981 | leoslayer@libero.it

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